Se tra il dire ed il fare c`è di mezzo il mare, tra il gas e l`automobilista c`è di mezzo l`officina.
Nel senso che non si può prescindere dal ruolo dell`installatore per sviluppare tutto il sistema delle trasformazioni a gas sia come comparto after-market sia recentemente come primo impianto, cioè già trasformata all`atto dell`acquisto.
Questo fatto, a prima vista scontato, non pare essere sufficientemente chiaro a tutta la filiera del gas per autotrazione.
Così le officine si trovano spesso tra l`incudine dei costruttori di impianti ed il martello degli utenti che sono sempre più esigenti, con veicoli sempre più moderni, dove la tecnica costruttiva e la sapienza di montaggio devono essere sempre, entrambe, all`altezza di ogni situazione motoristica.
Anche per questi motivi si sente sempre di più l`esigenza di un confronto tra i vari operatori del settore gas per autotrazione per un`analisi che metta in rilievo le problematiche emerse negli ultimi anni e soprattutto, per valutare proposte e strategie da adottare per un`auspicabile crescita del mercato e qualificazione tecnica del GPL e metano autotrazione.
Un primo risultato di questo confronto è stato il riconoscimento della figura dell`installatore come "anello" di congiunzione tra il settore e l`utente finale quando, in un`assemblea dei delegati provinciali delle officine iscritte al Consorzio Eco Gas che si è svolta a Firenze il 23 gennaio, si è costituita la Commissione Officine con l`elezione dei 7 componenti.
Tra le varie problematiche emerse e che la Commissione affronterà immediatamente, sembra centrale il passaggio dall`attuale sistema delle "firme depositate" ad un auspicato "Albo professionale degli Installatori".
In effetti la procedura delle firme non garantisce nessuna professionalità da parte dell`installatore e nessun aggiornamento della conoscenza teorica e delle attrezzature tecnologiche inerenti alla specifica e delicata attività.
A questo si aggiunge che la firma è riconosciuta solo nello specifico territorio di competenza del DTT (Dipartimento Trasporti Terrestri) dove questa è depositata con il noto risultato che un impianto installato a regola d`arte a Firenze, non può essere collaudato a Pisa.
Tanto più che questo ormai vetusto sistema, del tutto italiano, non permetterà il passaggio dall`attuale regime di collaudo in vigore in Italia al regime di certificazione o di autocertificazione europeo, tanto più che non risponde alle specifiche inserite nel nuovo regolamento ECE/ONU 115 che richiede. tra l`altro, la figura di un installatore qualificato.
Ecco quindi l`ormai impellente necessità di costituire un elenco degli installatori
ma con quali prescrizioni? Nella riunione di Firenze sembra emergere chiaro che l`accesso all`albo avverrà solo attraverso la frequenza di un corso professionale.
La durata del corso e gli argomenti, i tempi di aggiornamento e le esenzioni al corso, da parte degli attuali installatori, sono i temi che la Commissione affronterà
e che saranno proposti al Ministero per la ratifica.
Ma l`aggiornamento professionale è solo una tessera di un mosaico complesso dove ognuno deve fare la propria parte. Alcune cause, la cui risoluzione è ad altri livelli, dipendono dal mercato, mentre ce ne sono altre che necessitano dell`intervento diretto degli operatori. Le officine vogliono fare la parte che a loro compete, è necessario che anche i costruttori ed i distributori facciano la loro.
R.F.
Da: A TUTTO GAS nr.51/2004