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Maledette Polveri!

Giovedi, 17.02.2005  |  

Da: A TUTTO GAS nr.45

La tecnologia ha messo a punto efficienti sistemi per l’abbattimento del PM10 prodotto dai motori diesel, sotto accusa per le emissioni di particolato: è possibile una soluzione del problema delle polveri sottili nelle aree urbane, purché le risorse finanziarie ancora insufficienti, siano utilizzate al meglio in progetti integrati. Un vantaggio che porterà a scoprire le cause di inquinamento e le possibili soluzioni

Ancora oggi nelle grandi città per abbattere l’inquinamento ed evitare i blocchi dovrebbe piovere o fare un po’ di vento. In altre parole, deve essere ancora la natura ad autoproteggersi.
L’emergenza causata dalle polveri sottili nell’aria e dagli altri inquinanti, soprattutto ossidi d’azoto (Nox) e ozono (O3) ci opprime continuamente con tutte le sue cancerogene conseguenze.

ALCUNI DATI
In Italia circolano 11 milioni di auto a benzina non catalizzate, che emettono benzene pari a più’ di 99 milioni di auto catalizzate; circa 88.000 bus e pullman per gli ossidi di azoto (NOx), inquinano come circa 10 milioni di auto catalizzate a benzina. Per non parlare dei ciclomotori a due tempi, che inquinano, per gli idrocarburi incombusti (HC) fino a 63 volte più' di un'auto catalizzata a benzina.
Questi dati, tratti dalla ricerca VERSO UNA MOBILITA’ PULITA patrocinata dall’ACI, indicano la necessità di un progetto integrato costituito dallo svecchiamento del parco veicoli nazionale, la piena attuazione del programma GPL /Metano, l’incremento dell’utilizzo anche di altri combustibili a basso impatto ambientale (il bio-diesel ed il cosiddetto gasolio bianco), l’installazione dei filtri antiparticolato nei motori diesel e l’utilizzo dei sistemi di mobilità alternativi (Mobility Management, Car Sharing, Taxi Collettivo, Domeniche Ecologiche)

POLVERI SOTTILI: COSA SONO E CHI LE PRODUCE
Polveri sottili o fini, particolato atmosferico, PM 10, PM 2,5, PTS: nomi diversi per indicare un particolare tipo d’inquinamento.
PTS (Polveri Totali Sospese): insieme di polveri presenti in atmosfera (di origine antropica o naturale) che , a causa delle ridotte dimensioni, restano in sospensione nell’aria.
PM (Particulate matter= materiale particolato): definisce le polveri in base al diametro aereodinamico espresso in um
(micron): un micron corrisponde ad un millesimo di millimetro ( il diametro di un capello umano è circa 50 um ) .
Purtroppo le polveri contengono come piccole spugne particelle di varie sostanze inquinanti molto pericolose. La concentrazione nell’aria viene espressa in ug/m3 (microgrammi per metro cubo).
PM10: particolato con diametro fino a 10 um. Queste polveri, normalmente monitorate dalle centraline delle nostre città a causa delle piccolissime dimensioni sono inalabili fino ai bronchi e ai polmoni.
PM 2,5 : particolato con diametro piu’ fine del PM10. E’ il piu’ pericoloso per l’uomo e l’ambiente, dato che puo’ rimanere sospeso nell’atmosfera per giorni o settimane. Anche queste polveri contengono varie sostanze dannosissime per la salute e l’ambiente.

CHI PRODUCE LE EMISSIONI DI PM10: Traffico e inquinamento da polveri sottili sono in stretta correlazione. Le statistiche assegnano maggior responsabilità ai veicoli (78%) contro l’11% alle industrie, il 7% al riscaldamento domestico , il 3% alla produzione di energia , l’1% allo smaltimento rifiuti e ai motori avio-ferroviari. La quota a carico del riscaldamento è causata quasi interamente dall’olio combustibile. Dunque la fonte principale di emissione del PM10 è costituita dalle emissioni dei motori diesel: un rimedio può’ essere l’utilizzo di filtri in grado di ridurre quasi totalmente (ad oltre il 90%) le emissioni di PM10

MOTORI DIESEL SOTTO ACCUSA PER IL PM10 E GLI N0x A CHE PUNTO E’ LA TECNOLOGIA?
Lo sforzo dei costruttori, anche per le norme sempre più’ restrittive (dalla EURO 2 sino alla prossima EURO4) ha consentito notevoli progressi in termini di compromesso tra prestazioni , consumi ed emissioni. Tuttavia vi è ancora un po’ di strada da fare e non solo a causa delle norme, ma anche per rispondere alla maggiore sensibilità dei consumatori che saranno di traino alla ricerca ( miglioramento dell’impatto ambientale dei veicoli a combustione interna), alla produzione dei carburanti a basso impatto come GPL e metano e all’innovazione tecnologica (ibridi e propulsione elettrica) fino alla frontiera chiamata idrogeno. Per intanto, la soluzione per il PM10 emesso dai motori diesel si chiama
FILTRO ANTIPARTICOLATO - un sistema di tipo fisico post-combustione. Nel mondo ne sono stati sviluppati
diversi: CRT, SIC, DPX, ELR, EGR…

LE VETTURE : Il gruppo PSA Peugeot Citroen ha proceduto gli altri costruttori commercializzando un motore (il 2.2 Hdi Common Rail) in grado di soddisfare le norme antinquinamento EURO 4 che entreranno in vigore dal 2005.
Cio’ è stato possibile dallo sviluppo di un sistema denominato semplicemente FAP (Filtro Attivo Anti-Particolato), che comprende un sistema dotato di filtro in carburo di silicio, accoppiato ad un catalizzatore ed alcuni sensori di pressione e temperatura. Un controllo elettronico gestisce poi il Common Rail e grazie anche ad un additivo del carburante posto in un piccolo serbatoio ausiliario, si rende possibile la rigenerazione automatica del filtro ogni 400/500 km, che si compie in pochi minuti durante la marcia dell’auto senza che il conducente faccia o avverta nulla.
Peugeot indica in 80.000 km la rigenerazione del filtro da compiere in concessionaria, contestualmente al cambio dell’additivo. Anche gli altri costruttori, complice l’avvicinarsi della scadenza per le norme EURO 4, stanno sviluppando tecnologie sui motori diesel incentrate sull’utilizzo di filtri, unico mezzo per catturare queste particelle.
(Pasquale Aru)

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